Dove va la Bioetica
Rosalia Azzaro
Pulvirenti
Convegno internazionale: "I diritti della persona nella prospettiva
bioetica e giuridica"
Roma,Università Cattolica Sacro Cuore, 7 - 8 settembre 2000
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Quali sono gli argomenti più scottanti e i temi in discussione, le
leggi varate o in fase di elaborazione, i trends esaltati o occultati dai mass
media e su Internet, e con quale spessore scientifico e culturale? Quale spazio
per la dignità e la responsabilità del concreto essere umano, all'interno della
Bioetica Globale?
Which are the most thorny topics and the questions under discussion, the
laws approved or in elaboration, the trends exalted or concealed from mass -
media and Internet, and with which scientific and cultural density? And what is
the space for the concrete human being's dignity and responsibility, inside the
Global Biotic?
Quels sont les arguments les plus épineux et le thèmes en discussion, les
lois approuvées ou en phase d'élaboration, les tendances exaltées ou cachées par
les "mass media" et sur Internet, et avec quelle épaisseur scientifique et
culturelle? Et quelle place pour la dignité et responsabilité de l'Ítre humain
concret, à l'intérieur de la Bioéthique Globale?
Sommario
Il voto del Parlamento Europeo di Strasburgo contrario alla clonazione di
embrioni umani per la sperimentazione, è stato salutato come "un grande segno di
civiltà che si contrappone ad una ricerca biomedica che sembrava aver perso il
senso del limite"1.
John Barrow, noto scienziato inglese, rivendica come il più grande s uccesso
dell'impresa scientifica proprio la capacità di scoprire i propri limiti: "la
scienza esiste in quanto esistono dei limiti a ciò che è permesso dalla natura"2.
La categoria del limite è altrettanto fondamentale dal punto di vista etico,
come tutti sanno: sul piano teorico serve per definire il soggetto e l'oggetto
della riflessione razionale, mentre sul piano pratico riguarda la considerazione
dei mezzi di cui ci si serve, dei fini che ci si propone di raggiungere e
dell'estensione delle loro applicazioni (se limitate, per esempio, a fasce
privilegiate).
Il senso del limite comprende inoltre la visualizzazione delle mete verso cui
tendono le azioni, in questo caso la ricerca scientifica e le sue implicazioni
Gli elementi sui quali sembrano delinearsi le frontiere più avanzate della
Bioetica, si possono attualmente identificare in alcuni punti:
Si va insomma configurando una "Global Bioethics", certamente necessaria ma
non sufficiente, nella misura in cui pretendesse di inglobare ed annullare nella
sua totalità le questioni etiche relative alla tutela dei diritti alla vita e
alla salute di ogni singolo individuo, a cominciare dal genere umano.
Le biotecnologie compaiono da tempo come priorità principale, in tutti i
documenti di programmazione economica europei.
Circa le prese di posizione sull'innovazione biotecnologica, di non poca
importanza è l'affidamento da parte del G-8 (Colonia, 1999) all'OCSE
(Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), dell'elaborazione
dello studio sulle implicazioni delle biotecnologie in campo alimentare.
La Direttiva europea n. 44 del 12.V.1998 sulla brevettabilità delle
innovazioni biotecnologiche, in base al Trattato di Roma doveva essere
adottata negli ordinamenti interni degli Stati membri dell'Unione Europea entro
il 30 luglio 20004.
Il Governo italiano, che aveva già annunciato di volerla ratificare, il 22
febbraio 1999 aveva poi invece proposto intervento adesivo al ricorso presentato
dai Paesi Bassi alla Corte di Giustizia delle Comunità europee, in ragione della
presunta inadeguatezza della base giuridica e della presunta violazione del
principio di sussidiarietà, della certezza del diritto internazionale ed europeo
dei brevetti e dei diritti umani fondamentali5.
Nel documento ufficiale si legge che il provvedimento europeo legittima forme di
proprietà industriale capaci di alterare <<gli stesi equilibri biologici e
naturali>> e <<non sembra pienamente assicurare>> la tutela dei diritti
fondamentali, <<in primo luogo quello relativo al rispetto della personalità
umana>>. L'intervento ad adjuvandum del ricorso olandese << è
inteso a conseguire il maggior possibile approfondimento, da parte della Suprema
istanza giurisdizionale europea, su tematiche che non assumono una rilevanza
formale ma, al contrario, investono precisi e delicati aspetti sostanziali>> ed
a <<ottenere un riesame della direttiva teso a integrarne e completarne le
disposizioni sotto il profilo del diritto alla vita, alla salute ed alla
protezione della natura e dell'ambiente>>.
E' allo studio uno schema di Disegno di legge recante "Delega al Governo
per il recepimento della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio n.
98/44 del 6 luglio 1998, sulla protezione giuridica delle invenzioni
biotecnologiche".
Il Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie (CNBB) della
Presidenza del Consiglio dei Ministri, in data 19 maggio 1999 ha espresso a sua
volta un suo Parere, con "proposte specifiche di modifica e
integrazione allo schema di disegno di legge delega".
Indipendentemente dalla legittimità ed opportunità dell'iniziativa di ricorso
presentata dal Governo6,
che è stata contestata da diversi rappresentanti della farmaceutica italiana (Farmindustria,
Federchimica ed Assobiotec) come un inconcepibile stop all'industria italiana ed
europea nella corsa verso i farmaci innovativi del Duemila, appare opportuna
un'attenta valutazione che riguardi direttamente la ricerca e sperimentazione
scientifica, non solo privata7
ma pubblica, al fine di valutare le possibili ricadute pratiche di tali norme
legislative e l'effettiva valenza sul piano bio-etico delle linee guida cui le
norme intendono ispirarsi.
Il rigore scientifico è naturalmente da considerarsi elemento risolutore
nella complessa problematica dell'uso e delle ricadute di biotecniche
innovative.
In questo senso non può che apparire condivisibile l'indicazione fatta dalla
Unione Europea circa la necessità di creare un organismo scientifico,
responsabile di applicare una procedura trasparente ed attendibile di
valutazione dei rischi degli OGM. Tale richiesta è stata sostenuta da gran parte
del settore agroalimentare, nel timore di uno sconvolgimento degli equilibri
ambientali e produttivi, e dei rapporti tra agricoltura e biochimica, con il
rischio di una sempre maggiore dipendenza della prima nei confronti della
seconda. Il problema si pone quando radicate convinzioni basate sul fanatismo
ideologico più che sulla razionalità scientifica, vieta di adottare le misure
suggerite da un tale Organismo.
Se la "sicurezza d'uso in funzione della salute" degli OGM costituisce un
imperativo categorico da perseguire, questa sicurezza può scaturire solo da una
ricerca disinteressata, come quella pubblica, fortemente interdisciplinare e
sistemica. "L'obiettivo 'principe' della ricerca pubblica deve
essere quello di evidenziare la differenza fra tossicità e
nocività di qualsiasi alimento, sia esso 'naturale' (nel
significato tradizionale) che 'biotec'; a ciò bisogna aggiungere la
necessità di conoscere i riflessi della coltivazione o dell'allevamento di OGM
sull'equilibrio dei vari agroecosistemi interessati8.
La Carta dei "valori etici fondamentali dell'industria biotecnologica", definita
il 28 ottobre 1998 in occasione del Congresso EuropaBio in Bruxelles, può ancora
costituire un documento di base di notevole valenza politica ed amministrativa.
I rappresentanti della Unione Europea, riuniti alla fine di maggio 1999 ad
Oviedo, hanno anzi espresso il loro orientamento verso la stesura di una sorta
di "Convenzione sui diritti degli animali e delle piante e la biotecnologia",
sulla falsariga della "Convenzione sui diritti dell'uomo e la biomedicina"9.
Anche il Presidente della Confagricoltura, alla presentazione della Ricerca
Nomisma sulle Biotecnologie (Verona, febbraio 1999), ha affermato
che "il ricorso presentato dal Governo italiano contro quella direttiva può
essere apprezzato se finalizzato a definire un quadro più concorrenziale e
meglio definito. L'alternativa potrebbe essere quella di autorizzare il brevetto
del prodotto OGM ma non della sequenza genetica che lo origina, anche perché
essa non può essere considerata patrimonio esclusivo dell'industria".
Vorremmo dedicare intanto un breve esame critico a due punti, ringraziando il
prof. Donato Matassino10
per le alte competenze che ha generosamente messo a disposizione, circa
l'analisi specifica di tali questioni.
Da una prima lettura di tutti i documenti in questione, si evincono alcune
precise valutazioni di particolare rilevanza:
Sia nel Decreto che nel Parere relativo, inoltre,
non viene rilevato lo squilibrio esistente nella Direttiva, circa
le garanzie accordate al soggetto quanto al consenso libero e informato:
i principi relativi alla tutela della persona umana, trovano esclusiva
collocazione nel preambolo dell'atto (considerando 26), senza essere
richiamati dal dispositivo.
In conclusione, i punti sui quali accentrare le considerazioni, in merito alla
salvaguardia della libertà di ricerca e sperimentazione e della sua eticità,
appaiono i seguenti:
Scendere nello specifico, passando dalle pur fondamentali valutazioni
generali alla concreta disamina di alcuni punti particolari, è forse l'unico
sistema per affrontare ogni singola questione con freddezza scientifica ed
insieme con attenzione al suo lato più umano, senza vis di alcun
tipo, d'interesse ideologico o di mercato, piano sul quale sembra essersi
spostato oggi il dibattito sulle biotecnologie e il loro destino: che da un
insieme di importanti questioni naturalmente connesse tra loro qual'è, si viene
a presentare di fronte all'opinione pubblica come un intreccio che diventa, mano
a mano che si svolge, sempre più inestricabile.
Non senza colpa da parte dei suoi protagonisti:
Si tratta di un coacervo di responsabilità "mancate", che contribuisce alla
diffusione di convinzioni tanto più forti quanto meno fondate su criteri di
scientificità e di equità.
Da una parte i problemi irrisolti, alcuni ancora senza la possibilità di
risposte certe, dall'altra i responsabili chiamati a orchestrare le soluzioni:
non poco di lucidità mentale e sforzo morale, politico e tecnico insieme, sono
necessari per fornire un reale avanzamento, attraverso la ricerca e la politica
scientifica, Barrow J., Impossibilità. I limiti della
scienza e la scienza dei limiti, Rizzoli, 1999 verso un futuro di
pacifica sicurezza dei popoli nel loro ambiente e nella loro cultura, dove siano
assicurati i diritti umani e non solo la fisica sopravvivenza.
Di fronte a questo nodo gordiano non ci si può rassegnare all'immobilismo né ai
tagli netti: districarlo con tenacia e pazienza veramente scientifiche, ecco la
sfida globale sulla quale si gioca il destino non solo della Bioetica ma di una
umanità autentica.

Note
- 1
- Sgreccia E. in "La Repubblica", 8 settembre 2000.
[Al testo]
- 2
- Barrow J., Impossibilità. I limiti della scienza e la scienza dei limiti,
Rizzoli, 1999, pp.390.
[Al testo]
- 3
- Per es. sperimentazioni su cellule fetali o su embrioni umani ottenuti
tramite clonazione, mentre gli scienziati si stanno orientando verso l'uso di
cellule staminali di individuo adulto.
[Al testo]
- 4
- La disciplina di recepimento consente tuttavia, "oltreché di adottare un
complesso di disposizioni organiche e coordinate con la legislazione interna
di recepimento della normativa internazionale relativa ai vari aspetti delle
invenzioni biotecnologiche, di specificare i singoli divieti sanciti
dall'atto, introducendone di nuovi se necessario". Loreti Beghé Adriana e
Marini Luca, La protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche, in Il
Diritto dell'Unione Europea, Anno II Fasc.4 - 1998, pp.773-796, p.794.
[Al testo]
- 5
- Cf r. Agence Europe n.7327 del 22 ottobre 1998, p.18.
[Al testo]
- 6
- "Secondo la Corte di Giustizia Europea, il diritto dell'Unione si basa sui
due "pilastri gemelli" dell'effetto diretto dei regolamenti e della supremazia
delle Direttive (...) La direttiva è stata infatti adottata in conformità
all'art.100A del Trattato di Roma, volto ad assicurare un effettivo mercato
unico (...) Pare difficile che la Corte di Giustizia possa sostituire il
proprio giudizio a quello del parlamento europeo in materia commerciale di
respiro ormai continentale, per di più a sfavore di un'armonizzazione delle
legislazioni nazionali": Pier Giuseppe Monateri (Ordinario di Sistemi
giuridici comparati, Università di Torino), in Il Sole 24 ore, 1.1.1999.
[Al testo]
- 7
- Il Cnr "può vantare meriti storici nel campo dell'informatica, della
genetica avanzata e delle biotecnologie" (Falaschi), attualmente però sono le
imprese private sostengono il 90% della ricerca farmaceutica.
[Al testo]
- 8
- Matassino D., "Alimenti transgenici: pro e contro", in "Cosa mangeremo nel
2000?", Seminario Nazionale, Recco (Ge) 19 febbraio 2000 (in c.d.s.)
[Al testo]
- 9
- La "Convenzione per la protezione dei diritti dell'uomo e della dignità
dell'essere umano riguardo alle applicazioni della biologia e della medicina"
è stata approvata a Strasburgo dal comitato dei Ministri del Consiglio
d'Europa il 19 novembre 1996, e sottoposta alla firma dei Paesi europei il 7
aprile 1997 ad Oviedo, in Spagna..
[Al testo]
- 10
- Cattedra di Miglioramento genetico degli animali in produzione zootecnica
- Dipartimento di Scienze zootecniche - Università degli Studi di Napoli
'Federico II' ; Consorzio per la Sperimentazione, Divulgazione e Applicazione
di Biotecniche Innovative (ConSDABI)-National Focal Point italiano presso la
FAO (NFP.I - FAO) per la salvaguardia del germoplasma animale in via di
estinzione - Azienda Casaldianni - 82020 Circello (BN); Commissione di studio
sulla bioetica del CNR.
[Al testo]
- 11
- D.Matassino, "Benefici, Rischi e Informazione", Conferenza Internazionale
"Biotecnologie e Società del XXI secolo, Genova, 22-23 marzo 1999 (in c.d.s.).
[Al testo]
- 12
- "Eduard Saouma (Direttore Generale della FAO), afferma che oggi, in
termini globali, la produzione agricola è eccedente rispetto ai bisogni
dell'umanità e che 'la ineguaglianza della ripartizione delle risorse
produttive e l'iniquità della distribuzione dei viveri fanno sì che la fame e
la malnutrizione continuino a imperversare": cit. da D. Matassino in "Costi
dei prodotti animali e standard di vita", 8th WORLD CONFERENCE ON ANIMAL
PRODUCTION, Seul, Korea., June 28 - July 4, 1998 (in c.d.s.).
[Al testo]
- 13
- Idem, Conclusioni.
[Al testo]
- 14
- "Lo sviluppo più sostenibile è quello in cui le innovazioni tecniche e
biotecniche siano inglobate e incorporate nei sistemi produttivi, sociali e
culturali esistenti, senza determinare la sostituzione di questi. Così
operando è possibile dare nuovo sviluppo all'economia locale e allo sviluppo
sostenibilein armonia con una condizione ottimale di utilizzazione delle
risorse autoctone (...) il recupero e la valorizzazione della diversità
possono avere una valenza superiore alla stessa innovazione di processo e/o di
prodotto": D. Matassino, "Recupero del genoma delle razze in via d'estinzione
e sviluppo eco-compatibile", in "La valorizzazione delle produzioni agricole e
zootecniche locali per la promozione del benessere", Città di Castello, 22
gennaio 2000, (in c.d.s.).
[Al testo]
Ultimo aggiornamento: 14 novembre 2000